Vincere ansia e attacchi di panico con un approccio personalizzato ed evidence-based
Dopo un’attenta valutazione individuale, creo un piano di trattamento specifico per il paziente, che incorpora varie terapie (fra cui anche la ben nota terapia cognitivo-comportamentale), ma si fonda soprattutto sulla Terapia Somatopsichica, da me sviluppata. Dopo anni di esperienza e studio, ho infatti sviluppato un nuovo metodo per aiutare le persone a superare gli attacchi di panico, l'ansia e le difficoltà emotive, migliorando significativamente la qualità della vita.
Chi ha sperimentato i sintomi dell’ansia e del panico sa bene quanto siano impattanti sulla vita quotidiana, diventando addirittura invalidanti a volte. Fra le conseguenze più comuni e immediate di tali patologie, vi è infatti una comprensibile reazione di evitamento, da parte dei pazienti, di tutti quei luoghi e situazioni che possono suscitare emozioni di preoccupazione, ansia, paura e panico. E, come in un circolo vizioso, il senso di frustrazione generato da tale condizione può facilmente sfociare in stati di umore depresso. Il ricorso occasionale a farmaci ansiolitici non risolve il problema, specie quando si parla del DAP. E spesso, il timore di non ottenere benefici in tempi rapidi, scoraggia le persone dal rivolgersi a uno psicoterapeuta.
Ma la soluzione c'è e non è lontana!
Un approccio terapeutico olistico
Quando mi confronto con pazienti che soffrono di ansia e attacchi di panico, elaboro una strategia di cura di tipo olistico, che tenga conto in primis delle esigenze individuali di ciascuno. Applicando le basi della terapia cognitivo-comportamentale, le integro con la mia terapia somatopsichica, ispirata a sua volta a varie metodiche e discipline di provata
efficacia – quali: la bioenergetica di Lowen, la terapia di Alexander, il rilassamento muscolare di Jacobson, la sofrologia e l’eutonia.
La terapia somapsichica: psiche e soma
Mentre la TCC (terapia cognitivo-comportamentale) – così come le terapie cognitive in genere – aiuta la persona a mutare i pensieri e comportamenti negativi, la mia terapia somatopsichica agisce a livello psico-corporeo, portando a sviluppare strategie efficaci per superare i sintomi.
Sono stato spinto a elaborare tale tecnica dopo aver scoperto che la maggior parte delle persone che si rivolgevano a me per guarire dagli attacchi di panico, si erano già recate (anche più volte) al pronto soccorso, convinte di essere in preda a un attacco di cuore. Sintomi quali tachicardia, senso di oppressione toracica e dispnea (= fame d’aria) possono, infatti, far pensare a un problema cardiaco.
La trasformazione, poi – spesso a seguito di esami strumentali approfonditi – del sospetto infarto in diagnosi di DAG (disturbo da ansia generalizzata) o DAP (disturbo da attacchi di panico) le aveva portate nel mio studio.
Pensai, quindi, che – oltre a risalire alle, più o meno profonde, cause psico-emotive dei disturbi – era importante agire sul versante fisico, ristabilendo una connessione equilibrata fra mente e corpo, psiche e soma.
La respirazione
Attraverso la terapia somatopsichica, io e i miei collaboratori insegniamo innanzitutto le basi di una respirazione corretta che, una volta appresa dal paziente, diventa il metro per capire quando il corpo entra in tensione. Anche il più piccolo movimento è infatti responsabile di un aumento dell’ossigeno in circolazione, che induce inevitabilmente una variazione del ritmo respiratorio. Il paziente viene dunque “addestrato” a riconoscere e a controllare tali variazioni respiratorie – partendo da quelle innescate dai movimenti più leggeri per arrivare alle variazioni più “importanti”.Si tratta di una tecnica pratica, molto semplice da acquisire, pensata per donare al paziente la capacità di autocontrollarsi (fondamentale per contrastare tutti i sintomi fisici legati alla sfera emotiva), e – prima ancora – la consapevolezza di come funziona il proprio corpo. La persona impara a riconoscere le diverse gradazioni che vanno dalla sostanziale rilassatezza corporea fino a condizioni di tensione relativamente alta; e a gestirle di conseguenza, riconducendo la respirazione sotto il pieno controllo della volontà.
La cosa più difficile, dopo aver appreso la giusta respirazione, è renderla un automatismo perfetto, fino a sostituirla senza alcuno sforzo al ritmo respiratorio precedente. Questo è un punto su cui insistiamo molto nel mio studio, attraverso la somministrazione di vari esercizi pratici.
Naturalmente, come già detto, ogni caso (o meglio, ogni persona) fa storia a sé.
Diagnosi e Programma Terapeutico
Per questo, ciascun paziente viene sottoposto a un’accurata diagnosi che, dopo il primo colloquio psicologico clinico – volto a individuare le problematiche da approfondire –, prosegue con l’esame psicodiagnostico individuale, con una valutazione neuropsicologica e l’elaborazione di un profilo psicofisiologico. Dopodiché, viene stilato un Programma Terapeutico, che indica il numero delle sedute necessarie a risolvere il problema. Vengono inoltre fissati degli specifici obiettivi di miglioramento intermedi, che hanno anche la funzione di verificare periodicamente il corretto andamento della terapia e l'allineamento del paziente al programma prescritto, accettato e condiviso.In linea di massima, il primo obiettivo richiesto – in caso di DAP – è sempre l’apprendimento dell’autocontrollo, finalizzato a ridurre ed eliminare le manifestazioni fisiche dei disturbi emotivi. E quasi sempre, una volta raggiunto questo obiettivo, non occorrono ulteriori interventi di ristrutturazione cognitiva sul paziente, il quale prova un sentimento di sollievo e, direi, di felicità, per essere finalmente uscito da quello che fino a poco tempo prima gli pareva un tunnel senza fine.
Mediante la desensibilizzazione sistematica dell’ansia, la persona riesce infatti a superare fobie e comportamenti evitanti, e si sente pronta ad affrontare quelle situazioni e quegli ambienti che prima della terapia la rendevano insicura. Anzi, le possibili difficoltà, che un tempo la atterrivano, le fanno ora da sprone per mettersi alla prova!