Cos’è l’ortoressia e quali sono i sintomi
Non c’è nulla di male nell’evitare cibi che possono far male al proprio corpo. Anzi, è un atteggiamento virtuoso che deve essere messo in evidenza. Sappiamo che una delle principali cause di morte in Italia - anzi, secondo l’UE è la principale dopo il cancro - riguarda i problemi cardiovascolari. Che sono strettamente legati all’alimentazione. Se però queste attenzioni si spostano verso un atteggiamento ossessivo si parla di ortoressia.
Ovvero, stiamo parlando di un vero e proprio disturbo alimentare che spinge chi ne soffre a imporre dei regimi alimentari a mangiare sano fino a incidere profondamente sulla propria vita personale e sociale. Si limita qualsiasi occasione di incontro pubblico pur di mantenere la linea imposta, ovvero quella di evitare in modo ossessivo determinati cibi. Cibi che in alcuni casi rientrano anche nelle opzioni sane e utili se mangiate con moderazione.
Solo che la visione di chi è affetto da questo disturbo del comportamento alimentare impone un regime alimentare ossessivo, capace di eliminare qualsiasi traccia di quelli che potrebbero essere considerati cibi dannoso o che mettono in pericolo la linea o la salute. I pericoli dell’ortoressia appaiono evidenti, ecco perché conviene approfondire questo tema.
Cos’è l’ortoressia, una definizione
Il termine ortoressia deriva dal greco orthos che possiamo tradurre con la parola “corretto” e oreksis che significa “appetito”. Quindi, stiamo parlando di un DCA (disturbi del comportamento alimentare) che impone una caratteristica tipica a chi soffre: un’attenzione maniacale nei confronti del regime alimentare al fine di mangiare sano.
L’ortoressia nervosa, ovvero l'eccessiva preoccupazione per il cibo sano rispetto sia alle quantità che alla qualità degli alimenti, viene inserita nei Disturbi della Nutrizione e dell'Alimentazione del DSM-5® (American Psychiatric Association, 2013) come disturbo evitante-restrittivo dell'assunzione del cibo. In sintesi, è una sorta di integralismo alimentare volto al raggiungimento di uno stato di salute e una forma fisica perfetta.
Quali sono i punti in comune con altri disturbi?
Appare logico fare dei paragoni con altri disturbi alimentari. Ebbene, l’ortoressia si può confrontare con le principali famiglie di atteggiamenti patologici come bulimia e anoressia.
I punti di somiglianza sono, soprattutto, il bisogno di controllare ogni aspetto dell’alimentazione e la visione distorta del proprio aspetto fisico che arriva al disturbo di dismorfismo corporeo. Ovvero, un atteggiamenti di continua osservazione e critica del proprio aspetto fisico: condizione che porta poi a esacerbare il regime alimentare.
In molti casi, questo disturbo si accompagna ad altre condizioni come la vigoressia (preoccupazione rispetto al proprio corpo che non è abbastanza muscoloso, snello e atletico) e drunkoressia. Ovvero la tendenza a mangiare meno e assumere meno calorie quando si stabilisce di dover uscire la sera e bere alcolici al fine di non ingrassare.
Sintomi e condizioni dell’ortoressia
Conosciamo già i sintomi dell’anoressia e i contorni della bulimia, concentriamoci invece su quelli che riguardano questo disturbo alimentare noto come ortoressia nervosa.
Il comportamento tipico di chi soffre di questo problema è il progressivo allontanamento dalla propria dieta di tutti gli alimenti che vengono identificati come dannosi in base a informazioni ottenute in vario modo. Non per forza errate ma spesso esasperate.
Lo stigma non è solo nei confronti di cibi chiaramente dannosi per composizione o elaborazione ma anche verso tutto ciò che potrebbe essere cancerogeno o contenere conservanti, coloranti, additivi. Quindi si può arrivare non solo a evitare tutti i cibi confezionati ma anche carne e latticini che sono utili in una dieta equilibrata.
Questo può portare a un’estrema variazione delle proprie abitudini di vita quotidiana e nei rapporti sociali. Infatti, il soggetto ortoressico può trascorrere una gran quantità di tempo (parliamo di ore) nella scelta degli alimenti e nella preparazione dei pasti.
Questa condizione è vincolante dal punto di vista economico, si tende a evitare in modo sistematico qualsiasi acquisto di routine nei supermercati. Tutto ciò significa pianificare la vita intorno all’alimentazione e non alimentarsi per condurre una vita soddisfacente.
Cause e conseguenze di questo disturbo
Alcune persone possono essere predisposte per soffrire di ortoressia, soprattutto chi presenta manie di perfezionismo e comportamenti ossessivi. In alcuni casi, questa tendenza si riscontra nei salutisti estremi e nelle personalità soggette a grande influenza esterna.
Con la diffusione dei social network, infatti, si manifesta una tendenza a subordinare il proprio aspetto fisico confrontandolo con dei riferimenti esterni inverosimili. Secondo l’AIDAP (Associazione Italiana Disturbi dell'Alimentazione e del Peso):
“La prospettiva di un osservatore è principalmente focalizzata sulla forma corporea delle persone e non quella che include anche aspetti interiori più complessi come la loro personalità. L’uso dei social media, che include foto o video che altri pubblicano di se stessi sui social media, tende ad accentuare questa tipo di prospettiva da parte dell’osservatore”.
Il continuo riferimento esterno con dei modelli esterni può influenzare le persone più fragili convincendo a seguire dei comportamenti alimentari poco sani. Come, ad esempio, l’ortoressia nervosa.
Come curare l’ortoressia?
In primo luogo, è importante consultare un nutrizionista che può aiutare il soggetto che soffre di questo disturbo a trovare un equilibrio sostenibile è realmente salutare per il proprio corpo. Infatti, un regime alimentare così severo può portare anche a diverse conseguenze fisiche. D’altro canto, senza il supporto psicologico è facile ricadere nell’errore.
In queste circostanze, può essere utile affrontare il disturbo con un approccio cognitivo-comportamentale che, appunto, interviene sui comportamenti disfunzionali. In questo modo è possibile superare i sensi di colpa, la sensazione di ansia e assenza di autostima nel momento in cui non si rispettano le condizioni imposte dall’ortoressia.