Orientamento cognitivo-comportamentale della depressione
In questo articolo vorrei illustrare nel modo più chiaro possibile il modello teorizzato dall’orientamento cognitivo-comportamentale della depressione. In modo da spiegare come si scatena il primo episodio depressivo e, soprattutto, quali sono i fattori che lo fanno peggiorare.
Fino a renderlo cronico ed invalidante. Questo orientamento cognitivo-comportamentale della depressione è un modello composto, fondamentalmente, da due schemi di base interpretativi. Che sono il modello cognitivo di Beck e quello comportamentale di Ferster.
Gli eventi scatenanti della depressione
Gli eventi critici possono scatenare un episodio depressivo, infatti vi sono molti eventi. Tipo un lutto, la perdita del lavoro o il cambiamento di città (depressione da trasloco), che tolgono alla persona fonti di soddisfazione. Mettendola nella condizione di trovare difficile essere attiva.
Nella psicologia comportamentale, sono definiti rinforzi tutte le situazioni che corrispondono ad un bisogno oppure a un desiderio e che procurano appagamento, piacere, soddisfazione, distensione.
Infatti sono esempi di rinforzi, pur se piuttosto generici, azioni semplici come mangiare quando si ha fame o ricevere un complimento. In quanto ogni nostra azione è influenzata dalle sue conseguenze.
Quando queste conseguenze saranno positive si trasformeranno in rinforzi. Sarà più probabile che in futuro le ripeteremo. Così come, al contrario, tendiamo a fare di meno le attività che non sono rinforzate in quanto provocano conseguenze spiacevoli.
La teoria comportamentale e la depressione
La teoria comportamentale, soprattutto il modello di Ferster e Lewinsohn, ipotizza che una causa della depressione consista nella diminuzione, a seguito di eventi stressanti, dei rinforzi che la persona riceve nella sua vita quotidiana. La minor disponibilità di rinforzi diminuisce, a sua volta, la probabilità dell’emissione di un comportamento adottivo della persona.
Abbassando, così, il suo livello di attività, che riduce ulteriormente i rinforzi disponibili, determinando nel tempo l’instaurarsi di un circolo vizioso. La persona depressa farà un minor numero di cose piacevoli, proverà meno soddisfazione per ciò che fa.
Eviterà di uscire a cena con gli amici o leggere un libro, riceverà un minor numero di apprezzamenti e diventerà sensibile alle conseguenze negative. Come, ad esempio, una critica.
Ad esempio, per timore delle conseguenze negative, aumentano i comportamenti di evitamento, come il parlare il meno possibile con la moglie. Oppure il rifiutare gli inviti a cena degli amici. Così la riduzione dei comportamenti funzionali e adattivi e l’aumento degli evitamenti provoca una maggiore diminuzione dei rinforzi disponibili.
Si riduce ulteriormente il livello di attività
Fino a che il soggetto depresso non farà più molte cose abituali, si ritirerà. Mettendo a soqquadro diversi aspetti della propria vita quali l’alimentazione, l’igiene, il sonno.
Diventando così passivo e privo della voglia di fare. Purtroppo succede anche che, qualche volta, la passività venga premiata, cioè rinforzata da chi circonda chi è depresso.
Può accadere, ad esempio, che il soggetto depresso riceva maggiore sostegno, oppure speciali concessioni da parte delle persone vicine, famigliari e amici. Che si aspettano da lui molto meno rispetto a prima. Di conseguenza lo stimoli a restare nel ruolo del malato.
Le possibili cause della depressione
Sempre secondo l’orientamento cognitivo-comportamentale della depressione, le componenti che potrebbero influenzare l’insorgere di questa condizione potrebbero essere diversi. Tipo:
- Fattori biologici e genetici.
- Variabili che si trasmettono generazionalmente.
- Periodo storico, ambiente fisico e i modelli culturali.
- Educazione ricevuta in famiglia, le esperienze di vita.
- Assunti di base, la griglia comportamentale.
Infine, abbiamo l’evento critico: innesca circoli viziosi che coinvolgono la persona nella sua totalità. E che danno origine ai sintomi della depressione e che possono influenzare diversi livelli.
- Emotivo e affettivo – Sperimenta emozioni negative quali tristezza, paura, rabbia.
- Somatico – Iniziano le somatizzazioni fisiche da stress: irrequietezza e difficoltà a rilassarsi.
- Volitivo – Diminuisce il piacere nell’impegnarsi in attività di vario tipo (anedonia).
- Comportamentale – Si modifica il proprio stile di vita, isolandosi socialmente.
- Cognitivo – Dove compaiono i primi pensieri automatici negativi.
Ultimo passaggio: cognitivo conclamato nel quale la persona, ormai, dà per scontati tutti i sintomi, i pensieri negativi. E le sue valutazioni negative e pessimistiche sulla propria vita e sull’impossibilità assoluta di poter essere ancora nelle condizioni di poter cambiare qualcosa.