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Cos’è la sindrome da alienazione genitoriale (PAS)? Esiste veramente?

Cos’è la sindrome da alienazione genitoriale (PAS)? Esiste veramente?

psicologo
Con la sindrome da alienazione genitoriale intendiamo una condizione in cui, a seguito di una separazione o un divorzio, uno dei genitori condiziona pesantemente la prole al fine di allontanarla dall’ex coniuge.

In una relazione di coppia con i figli ci possono essere diverse situazioni in cui si sviluppano delle dinamiche tossiche per entrambi i coniugi. Spesso, in questa evoluzione del rapporto, la prole diventa protagonista senza volerlo.

E in molti casi i bambini o i figli in generale si trasformano in vittime inconsapevoli come avviene nel caso della sindrome da alienazione genitoriale. Per comprendere bene questa dinamica, che si intreccia anche con aspetti legali, basta concentrarsi sul termine “alienazione”. Ovvero rendere alieno, lontano, sconosciuto.

Cos’è l’alienazione genitoriale

Questo termine indica una condizione in cui il bambino o la bambina non riconosce più uno dei due genitori come parte fondamentale della sua vita. Questo avviene perché l’altro, il padre o la madre, attua una dinamica familiare non equilibrata.

Nello specifico, il genitore alienante mette continuamente in cattiva luce quello alienato. Allontanandolo sempre di più dalla prole. Chiaramente questo avviene soprattutto ai danni del genitore che non ha il figlio o la figlia in custodia dato che passa meno tempo con lui/lei. Ma non è detto che sia sempre questa la dinamica.

Quali sono le origini di questo termine?

Il concetto viene utilizzato la prima volta dallo psicologo statunitense Richard Alan Gardner, personaggio controverso che ha utilizzato questo termine.

Il quale fu agevolato nelle varie discussioni della comunità scientifica per appoggiare l’accettazione – che non è avvenuta – della PAS nelle edizioni del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM V). Questo avrebbe dato autorevolezza a concetto, introducendolo come patologia psicologica.

Perché in realtà la PAS non esiste?

Al momento, a livello mondiale, la PAS (Parental Alienation Syndrome, erroneamente tradotta come sindrome alienazione parentale) non è considerata una patologia psicologica riconosciuta. Lo chiarisce anche l’OMS. Il motivo è chiaro:

because it is not a health care term. The term is rather used in legal contexts, generally in the context of custody disputes in divorce or other partnership dissolution.

www.who.int/parental-alienation

In sintesi, non è un termine legato alla salute dell’individuo. Il termine è utilizzato soprattutto in contesti legali, generalmente legati a controversie sull’affidamento in caso di divorzio o altro scioglimento del nucleo familiare. Nello specifico, viene fatto un uso improprio del termine per minare la credibilità di un genitore.

C’è da aggiungere che, come ricorda Wikipedia, la formulazione del PAS da parte di Gardner risulta priva di base scientifica e resta un’ipotesi dato che i propugnatori non sono riusciti a soddisfare la prova scientifica. Le prime pubblicazioni sono state auto-pubblicate e non sottoposte a revisione scientifica: gli articoli successivi sono stati revisionati da altri studiosi ma la maggior parte degli elementi sono privi di validità.

Anche per questi motivi, la PAS non è inclusa nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-IV) dell’American Psychiatric Association.

Come si procede in Italia?

Le sfumature relative all’alienazione genitoriale, come si può intuire, sono molte. E si intersecano con il settore legale al punto che spesso questa condizione viene utilizzata come uno strumento per ottenere dei benefici in termini di affidamento.

Ci sono diversi documenti che permettono di fare chiarezza. Uno dei più indicati è Il protocollo di Napoli sulla consulenza psicologica in caso di violenza nella cornice della convenzione di Istanbul. Questo permette di riconoscere la violenza domestica e assistita come fenomeno specifico ci ricorda un punto fondamentale:

"Il diritto alle proprie convinzioni è considerato un fondamentale diritto umano. Al contrario il confinamento lontano da genitori e amici in un ambiente non familiare di un bambino (…) ne viola i diritti fondamentali. In tal senso il protocollo rigetta ogni procedura costrittiva e forzosa (…) attuata nei confronti dei bambini con l’intento programmato di separarli bruscamente dal loro ambiente di vita familiare (…). Tali trattamenti forzosi, nati negli ultimi dieci anni e più, in applicazione della diagnosi di PAS, prevedono: “il confinare il bambino in un luogo lontano da casa, e isolare il bambino dal genitore a cui il bambino è più legato".

Questo ci aiuta a dare una cornice ancora più netta rispetto al tema della reale esistenza di una patologia nota come alienazione genitoriale. Che in realtà è una pseudo-condizione non riconosciuta dall’ambiente clinico della psicologia internazionale.

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