Depressione reattiva legata alla perdita di una persona cara
La depressione potrebbe instaurarsi anche in seguito ad un periodo prolungato di surmenage, ovvero di affaticamento, soprattutto mentale. L’organismo è stato sottoposto a richieste di prestazioni che superano di gran lunga la sua possibilità di reazione, dando così origine ad una risposta inadeguata e ad una conseguente crisi depressiva.
Depressione reattiva: la causa è una perdita reale o simbolica
Senza dubbio, la forma di depressione più universale che tutti in un modo più o meno intenso abbiamo sperimentato è la depressione reattiva.
La depressione reattiva è un tipo di psicopatologia che si manifesta tutte le volte che ci si trova a fare i conti con una perdita reale oppure simbolica alla quale si sentiva legato il senso stesso della propria vita, infatti, in questi casi, la perdita assume le caratteristiche di qualcosa di irreparabile ed inconsolabile.
Il caso della vedova di 40 anni, la depressione per lutto
Ad esempio, Angela di 40 anni ha recentemente perduto, improvvisamente, il marito e, mentre all’inizio, sembrava che, pur comprendendo la gravità della situazione, ci fosse una buona reazione e che la perdita non creasse alcun dramma, in quanto pareva essere molto attiva, tempestiva nello sbrigare le pratiche relative al decesso del congiunto, mostrando, addirittura, di saper consolare anche chi le stava intorno, successivamente, dopo qualche mese, iniziò a farsi strada, lentamente, uno strano malessere.
Angela incomincia a sentirsi stanca, meno attiva, ha meno appetito, piange e non dorme di notte.
Da quel momento, si sviluppa, nella sua vita un grande vuoto, inizia, cioè, la depressione, depressione che è stata a lungo ricacciata e che compare quando ormai tutti davano la situazione come superata, lasciando quindi Angela più sola a meditare sulla sua vita.
Ora che è venuta a mancare una figura a cui poteva appoggiarsi e far riferimento, Angela sente che la sua vita è finita e la depressione assume toni sempre più cupi.
La depressione per lutto potrebbe manifestarsi con ritardo
Questa breve testimonianza può ben sottolineare come non sempre una depressione reattiva si esprima immediatamente.
A volte, può esserci un tempo di latenza che precede il suo verificarsi, a distanza di tempo, quando già si considera la sofferenza per la perdita in fase di risoluzione.
In certi casi, succede che, persone che hanno lottato con tutte le loro forze per allontanare il dolore fino a dare fondo a tutte le loro risorse emotive, proprio a quel punto cadono nella depressione alla quale tanto a lungo hanno tentato di sottrarsi.
Nell’ambito degli sudi sulla depressione e sull’ansia, è necessario precisare però che circa un terzo dei malati di depressione subisce, anche se occasionalmente, attacchi di panico, ovvero una manifestazione acuta che spesso si presenta senza preavviso e che coglie del tutto alla sprovvista, in quanto colpisce appunto mentre si è fuori di casa o, comunque, lontani da luoghi noti e conosciuti.
Come affrontare la depressione dopo il lutto
La ricchezza delle manifestazioni che accompagnano l’attacco di panico, ovvero dispnea, palpitazioni, dolori toracici, senso di soffocamento, capogiro, sudorazione, astenia, tremore, possono essere confuse con una manifestazione di natura organica, quali l’infarto o, comunque, un disturbo cardiaco, anche se, in realtà, non si tratta che di una grande paura che, poi, in un secondo momento, farà da motore al ripetersi di questi attacchi.
Chi è soggetto a questi attacchi di panico dovrà sottoporsi al più presto ad una psicoterapia, possibilmente elettiva per il trattamento di questi disturbi, come la psicoterapia cognitivo-comportamentale, perché questi attacchi sono molto spaventosi e, se non curati, possono diventare invalidanti, sviluppando molti evitamenti.
La persona che soffre di questi attacchi di panico potrebbe addirittura evitare di recarsi in molti posti che prima frequentava senza problemi.