Come frammentare un problema in psicoterapia
Un uomo con intensi attacchi di panico si recò da Erickson in cerca d’aiuto, in quanto, pur essendo in grado di uscire di casa con l’auto, riusciva, però, a guidare solo in certe strade e il suo evitamento fobico, negli ultimi anni, aumentava sempre più, diminuendo costantemente la sua abilità di muoversi, infatti era sempre più convinto che non avrebbe potuto guidare oltre il confine della città senza svenire.
Erickson, compresa la situazione, diede all’uomo le istruzioni di portare la sua auto, a notte molto inoltrata, in una strada deserta al confine della città, dopodiché fermarsi nei pressi di una cabina telefonica e sdraiarsi nel fossato vicino alla strada, poi, trascorso un certo periodo di tempo, rimettersi alla guida fino alla prossima cabina telefonica, quindi fermarsi nuovamente per sdraiarsi un’altra volta nel fossato di fianco alla strada, naturalmente il tutto senza rischi, in quanto Erickson gli aveva consegnato un biglietto da mettere sul cruscotto nel caso in cui fosse stato fermato dalla polizia.
L’uomo seguì alla lettera queste prescrizioni ma, dopo poco tempo, si stancò di dover sottostare a questo impegnativo e ridicolo compito e, tornato in auto, guidò tranquillamente senza limitazioni sino alla città successiva oltre il confine.
Nelle moderne forme di di terapia, una tendenza piuttosto diffusa è quella di rifiutare l’idea che la valutazione e l’intervento devono esistere come due eventi che mutualmente si escludono.
Infatti, ad esempio, i metodi di valutazione utilizzati nelle terapie comportamentali e nelle terapie cognitivo-comportamentali sono spesso visti come l’inizio di un intervento, e la chiara comprensione della frammentazione rende questo punto ancora più chiaro.
Ponendo domande al paziente quali, “quando lei avverte il problema più frequentemente?” , oppure, “dove si trova quando si presenta il problema?” , il processo di valutazione agisce contemporaneamente come agente terapeutico che segmenta il problema.
Recentemente ho trattato un ragazzo con il viso visibilmente contratto dal dolore che mi diceva, “non ce la faccio più, non riesco più a sopportare tutto questo stress“, ma, dopo avergli chiesto di descrivere quali circostanze gli causavano più stress è stata evidente una notevole diminuzione della tensione nel suo viso e nelle sue spalle e, anche se non abbiamo risolto tutti i suoi problemi, gli episodi che realmente lo tormentavano due o tre volte alla settimana, oggi sono di molto diminuiti e, comunque, il loro peso non è più percepito come così grande.
La frammentazione è una strategia specifica che sottolinea la forma e la funzione di un approccio generale di guarigione, infatti la differenza cruciale fra le tecniche e le strategie è che, mentre le tecniche sono limitate a certi problemi e a certi tipi di personalità, le strategie, come appunto la frammentazione, offrono principi da cui deriva la diagnosi clinica.
In altre parole, se il soggetto non può affrontare la situazione nella sua complessità, allora ci sarà comunque qualche piccola parte che sarà pronto ad affrontare e quindi, seguendo questo tipo di logica, si potrà individuare quando e dove il paziente sarà più in grado di affrontare il problema.
Definire il problema è fondamentale per risolverlo
In questo modo, una semplice domanda valutativa del tipo: “Esattamente quando il problema si verifica, quando, esattamente, accade?” diventa una parte di una più grande strategia clinica e, infatti, ad esempio, quando si lavora con un paziente che ha un problema innominabile, oppure incontrollabile, è molto difficile fare progressi.
Ma, una volta che il problema viene definito come sessuale o relazionale, allora diventa un frammento della sua situazione di vita generale e quando viene ulteriormente definito come, ad esempio, un’eiaculazione precoce, allora il problema diventa ancora più piccolo.
“ Il contadino spaventato “ ( Erickson , 1960a, 1962c ).”
Un medico del Minnesota ricevette nel suo studio un contadino con un braccio rotto. Il braccio era piegato in due e il contadino era molto spaventato. Entrando di corsa nello studio del dottore urlò ” devi fare qualcosa per me, devi fare qualcosa per me, devi fare qualcosa per me”.
Il dottore si alzò si avvicinò e si mise di fronte a lui e disse “ fa molto male qui, vero?” e il contadino annuì. Poi il dottore disse con un tono di voce molto dolce “ma fortunatamente non fa male qui, le tue dita e le tue spalle stanno bene. Ti fa male proprio solo qui, ma non qui e non qui. Solo qui. E’ tutto qua“.
Nuovamente il contadino era d’accordo con lui. Dopo che il dottore aveva frazionato il suo dolore, il contadino si calmò e si sedette su una sedia. Il suo spavento e il suo terrore diminuirono. Subito dopo il dottore poté prendersi cura del suo braccio.
Una strategia terapeutica è uno dei principi fondamentali del problem solving, ovvero il complesso delle tecniche e delle metodologie necessarie all’analisi di una situazione problematica allo scopo di individuare e mettere in atto la soluzione migliore.
Attraverso il problem solving il clinico esperto riesce ad ideare e realizzare tecniche specializzate da indirizzare ad una varietà di sfide emotive e psicologiche, non a caso si guarisce molto più facilmente, e questo è scientificamente dimostrato, quando la quantità delle risorse di problem solving del paziente sono superiori alla gravità del problema.
Frammentare il problema permette di superarlo più facilmente
Per molte persone persone che richiedono un intervento psicoterapeutico, la grandezza del loro problema sembra insormontabile a causa della durata o complessità.
Ma, come una fascina di legna, la realtà problematica può essere frammentata in modo che le energie dell’individuo possano essere spese per affrontare un singolo ramoscello per volta piuttosto che la fascina intera, in modo tale che, lavorare con un singolo frammento per volta, alla fine farà superare l’ostacolo, perché, all’interno del contesto della psicoterapia, il problema clinico viene sempre diviso e, così facendo, si dà al paziente, contemporaneamente, la speranza di miglioramenti futuri.
Frammentare il problema è una strategia ampia e con diverse applicazioni, che consente al terapeuta di rompere le associazione negative, dividendo una sconfinata realtà problematica in parti più piccole e più facilmente assimilabili, infatti la frammentazione appare una strategia d’elaborazione naturale che avviene spontaneamente negli individui che hanno subito gravi traumi, ovvero sintomatologie quali la depersonalizzazione, i disordini d’identità, l’amnesia o la dissociazione psicosomatica sono esempi di frammentazione spontanea.
Ad esempio, una situazione quotidiana abbastanza frequente di frammentazione spontanea avviene quando diciamo “ho imparato a lasciare il lavoro in ufficio”, in altre parole gli eventi stressanti che sono accaduti durante la giornata di lavoro sono separate dagli eventi che accadono in casa e in famiglia, per cui, quando la persona torna al lavoro il giorno successivo, la sua mente è capace di ricordare tutte le informazioni necessarie associate a quella specifica realtà, senza confondersi.
Vi sono molti modi per ottenere la frammentazione terapeutica, ed ogni modo di percepire e processare le informazioni può essere frammentato, perché la frammentazione non ha come oggetto la personalità del paziente, ma si avvale della percezione per separare i processi consci, i ricordi, alcuni aspetti dell’identità, le funzioni sensoriali.
In quanto le risorse e le abilità del paziente sono integrate e risvegliate solo per superare un piccolo aspetto della situazione problematica, perché è il problema clinico, come viene definito dal paziente, che il terapeuta cerca di frammentare e dato che non si può inghiottire un’intra mucca in un morso solo, il terapeuta taglia a fette sottili la sostanza del problema, in modo tale che la realtà nociva possa essere digerita un piccolo pezzo per volta.
Psicoterapia: attenzione a frammentare il problema nel modo corretto
Questo inquadramento logico prepara il terapeuta ad identificare le risorse del cliente a ad alimentare la sua disponibilità a gestire le variabili stressogene in maniera sequenziale, invece cercare di affrontare il problema nella sua complessità, tutto in una volta, anche se la strategia della frammentazione, come tutte le strategie cliniche, può essere usata male e danneggiare la relazione terapeutica.
Ad esempio, la principale controindicazione per questa strategia è nei casi in cui il paziente sente che le sue preoccupazioni non vengono prese con una considerazione sufficientemente seria, infatti si potrebbe, effettivamente, comunicare la sensazione di sminuire intenzionalmente la sofferenza del paziente non rispettando il suo diritto di sperimentare la sofferenza.
Questo può facilmente accadere quando il terapeuta è a disagio nell’assistere alla sofferenza e risponde con messaggi tipo, “non è poi così forte“, piuttosto che, “ti sentiresti molto meglio se guardassi le cose in modo diverso“ e, infatti, questa non è, certamente, una vera forma di frammentazione, nel senso che ogni sforzo di minimizzare la legittimità della sofferenza del paziente risulta inappropriata e ha il senso della squalifica.
Uno dei modi migliori per capire il ruolo della frammentazione nella soluzione dei problemi è quello di sperimentare su noi stessi i suoi effetti, quindi, per promuovere una comprensione esperienziale, è possibile sviluppare il seguente esercizio che contiene la frammentazione come punto centrale.
Come rendere la frammentazione efficace
1. Pensa ad un momento della tua vita in cui ti sei sentito sovraccarico dalle circostanze, pensa ai diversi fattori che hanno contribuito a farti sentire questa sensazione di stress e se emerge un ricordo doloroso o traumatico, prenditi alcuni minuti per decidere se sei pronto a procedere.
2. Ora visualizza un muro di mattoni davanti a te, un muro che rappresenta la barriera che si frappone fra te e la tua felicità e se ci riesci immagina di costruire quella barriera allineando piccoli oggetti in modo da formare un muro in cui ogni mattone del muro rappresenta un qualche aspetto del problema.
3. Non vuoi più rimanere bloccato nella zona stressante del problema, quindi prenditi un po’ di tempo per capire come oltrepassare il muro e raggiungere pace e comfort che si trovano dall’altra parte.
4. Focalizza l’attenzione sulla parte del problema che sei preparato a gestire, concentrandoti su un mattone e pensando a cosa potresti fare per eliminarlo dalla tua strada.
5. Focalizza l’attenzione su una parte del problema che hai già superato altre volte e questo dovrebbe permetterti di buttar giù altri mattoni del muro.
6. Pensa ad una parte del problema su cui potresti avere dei supporti e dedica un po’ di tempo a pensare a quante persone potrebbero essere felici di aiutarti.
7. Il muro potrebbe essere ancora più frammentato se consideri quale parte del problema è meno preoccupante per te e con quale parte del problema potresti tranquillamente convivere.
8. Chiediti quale parte del problema è più probabile che cambi con il tempo e quindi quanti di questi temi potrebbero risolversi automaticamente e senza alcun sforzo.
9. Creata l’apertura sufficiente per oltrepassare il muro, puoi decidere se vuoi oltrepassarlo ora e visualizzare te stesso mentre cammini verso l’altra parte e, se è così, prenditi dell’altro tempo per escogitare altri modi per frammentare ulteriormente il problema.
Una volta che il lavoro è completo, la persona avrà l’opportunità di attraversare fisicamente il muro, perché questo esercizio produce spesso risultati molto potenti, con cambiamenti visibili nel modo di comportarsi.