Bambini: iperattività o sindrome del comportamento ipercinetico
Il disturbo infantile cui, in genere, ci si riferisce con il termine di iperattività o sindrome del comportamento ipercinetico, oppure reazione ipercinetica infantile, o disfunzione cerebrale minimale, rappresenta un frequente problema che genitori ed insegnanti portano all’attenzione dei pediatri e degli psicologi che si occupano di bambini.
E’ stato calcolato che il 20% circa dei bambini che frequentano le scuole elementari sono affetti da questo disturbo e che il 30-40% dei bambini osservati nei centri pediatrici e socio pedagogici vi sono stati portati in quanto manifestano un comportamento iperattivo, disturbo presente, soprattutto, nei bambini di sesso maschile.
Nonostante vi sia scarso accodo sulla natura di questo disturbo, i bambini iperattivi di solito, sono caratterizzati dai seguenti comportamenti problematici:
- poca capacità di attenzione
- distrazione
- attività motoria eccessiva e immotivata
- impulsività
- ipereccitabilità
- aggressività
Molte strategie comportamentali sono state applicate con successo al trattamento dei comportamenti problematici manifestati da bambini cui era stata diagnosticata iperattività.
Gli approcci comportamentali sono centrati, in primo luogo, su due aspetti dell’iperattività:
- modificare la distrazione ed il deficit di attenzione, insegnando al bambino ad utilizzare strategie cognitive più appropriate
- ridurre l’eccessiva attività motoria ed i comportamenti disturbati attraverso procedure di modificazione delle contingenze
Infatti è molto probabile che la lamentela più frequente di un genitore oppure di un insegnante nei confronti di un bambino iperattivo sia “non stà mai fermo“, “disturba sempre gli altri“, ecc.
Il ruolo dei genitori per il trattamento comportamentale del bambino
Addestrare i genitori dei bambini iperattivi alle strategie di trattamento comportamentale è particolarmente importante. Il trattamento di un ragazzo di undici anni cui era stata diagnosticata iperattività fin dall’infanzia, veniva rinforzato, ovvero ricompensato, con un punto per ogni comportamento adattivo, come, ad esempio, raccogliere i propri abiti, oppure andare a letto in orario.
Così come per qualsiasi comportamento che indicava che egli era “rilassato“ o “tranquillo“ e, per ogni comportamento indesiderato, come gridare, rubare o correre per la casa quando gli era stato chiesto di fermarsi, si toglieva un punto e, alla fine della giornata, poteva scambiare i punti che aveva guadagnato in denaro.
Il programma portò ad una notevole riduzione del livello di attività del bambino e dei comportamenti indesiderati e, anche se non era stato introdotto alcun comportamento a scuola, l’insegnante non riscontrò più problemi comportamentali o di apprendimento.
Un programma di trattamento alternativo per i bambini iperattivi a scuola
Un altro programma di trattamento, invece, per bambini iperattivi a scuola, che prevedeva la collaborazione dei genitori e dell’insegnante era stato impostato sulle lodi dell’insegnante per comportamenti adeguati a scuola, ed a casa ricompense contingenti alle schede giornaliere di registrazione.
Le schede venivano studiate per ogni bambino, di volta in volta, al fine di conseguire specifici comportamenti-bersaglio.
Al termine di ogni giorno di scuola, l’insegnante annotava sulla scheda se il bambino era riuscito a mettere in atto i comportamenti desiderati, come eseguire dei compiti, presentare i compiti fatti a casa e cooperare con gli altri ragazzi.
L’obiettivo del trattamento non era esattamente il comportamento iperattivo di per sé, ma il rendimento scolastico ed i comportamenti desiderati, cioè venivano rinforzati i comportamenti incompatibili con quelli disturbati ed iperattivi.
I bambini portavano a casa ogni giorno le schede e se avevano raggiunto gli obiettivi giornalieri venivano rinforzati mediante varie attività o eventi desiderati, mentre i genitori vennero aiutati nella scelta di rinforzi significativi per i bambini: dolci speciali, giocare con un genitore, denaro, permesso di vedere la televisione più a lungo, ecc.
Inoltre erano previste delle ricompense speciali alla fine di ogni settimana come, ad esempio, pranzare al ristorante con la famiglia, andare a pescare, qualora almeno quattro schede su cinque avessero indicato un accettabile comportamento in classe.
I resoconti degli insegnanti e le osservazioni comportamentali indicarono che questo programma di trattamento portò a notevoli miglioramenti del comportamento in classe e ad una considerevole riduzione dei comportamenti iperattivi, quali, ad esempio, l’eccessiva attività motoria, cioè muoversi sulla sedia, camminare per a stanza, e non eseguire determinati compiti.
In conclusione si può dire con certezza che, per quanto riguarda la valutazione dell’efficacia dell’intervento comportamentale nel trattamento dei bambini ipercinetici o con disfunzioni cerebrali minimali, è determinante l’uso degli approcci operanti e cognitivi per controllare la distrazione e per insegnare il controllo degli impulsi, così come, nello stesso tempo, è necessario ricompensare le abilità richieste al fine dell’ottenimento di un buon rendimento scolastico.